Come immaginiamo le città del 2030?
Più verdi, più connesse, più intelligenti. Ma soprattutto, più vivibili.
Di questo ha parlato Giovanni Gnudi, CEO di Biosyntex, azienda all’avanguardia che si occupa di servizi destinati alla coltivazione di microrganismi fotosintetici.
Portare la natura dove non può crescere
I territori urbani sono ecosistemi complessi: fatti di cemento, traffico e superfici impermeabili. Terreni che non possono essere “liberati” per piantare alberi, ma che restano responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra e del calore urbano.
È da questa consapevolezza che nasce la missione di Biosyntex: portare la natura dove non può crescere.
L’azienda ha sviluppato soluzioni biotecnologiche basate su microrganismi fotosintetici (in particolare microalghe e cianobatteri) capaci di trasformare l’anidride carbonica in ossigeno, ma anche di purificare l’aria dal particolato e dagli altri agenti inquinanti.
A prima vista potrebbe sembrare un’idea futuristica, quasi utopica.
Eppure è già realtà: grandi aziende come Eni e IMA S.p.A. la stanno sostenendo concretamente, investendo in innovazione per costruire delle metropoli con più basso impatto ambientale.
Per quanto riguarda l’architettura di queste strutture, si tratta di sistemi modulari e facilmente integrabili negli spazi urbani senza alterare l’ambiente circostante.
Il concept attuale adotta una struttura simile a una panchina, dotata di copertura fotovoltaica, pensata per integrarsi facilmente negli spazi urbani, fornendo energia rinnovabile in loco.
Il BIOBOSCO Urbano proposto dall’azienda, non mira a sostituire il verde urbano, bensì essere un complemento funzionale all’interno delle realtà ad alta densità edilizia. In contesti dove la superficie disponibile per nuovi alberi è limitata o assente, questi moduli offrono una soluzione compatta e replicabile per incrementare la capacità di assorbimento di anidride carbonica nelle aree urbane.
Dal punto di vista dell’efficienza, ogni chilogrammo di microalghe può convertire fino a 2 chilogrammi di CO₂ occupando 50 volte meno spazio rispetto a una foresta tradizionale.
Durante il panel è stato ricordato che in molte città italiane ci sono in media 24 alberi ogni 100 abitanti, ma in alcune aree urbane si scende a 10 ogni 100.
Colmare questo divario non significa solo piantare di più, ma ripensare il modo in cui il verde entra nella nostra quotidianità.
Energia, CO2 e nuove filiere verdi
Le microalghe non sono solo strumenti per purificare l’aria: rappresentano una nuova risorsa per l’economia circolare.
La biomassa ricca di CO₂ prodotta dai sistemi Biosyntex può essere riutilizzata come fertilizzante, per la produzione di biogas naturale o in processi industriali a basse emissioni. In questo modo si creano nuove filiere locali e sostenibili, capaci di generare valore economico e ambientale allo stesso tempo.
Verso città vivibili e consapevoli
Biosyntex offre una prospettiva concreta su come innovazione e ambiente possano integrarsi per ripensare lo spazio urbano.
La città che innova non è solo quella che adotta nuove tecnologie, ma quella che riesce a far convivere cemento e fotosintesi, digitale e natura, servizi e benessere collettivo.
Un futuro sostenibile non si costruisce solo piantando alberi, ma coltivando nuove idee.
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