Al Festival abbiamo avuto il piacere di intervistare tre eccellenze dello sport italiano: Alia Guagni, calciatrice professionista della nazionale italiana, Daisy Osakue, atleta olimpionica del lancio del disco, Margherita Bianchin, giocatrice professionista di beach volley.
Le tre atlete hanno portato sul palco le loro storie personali, legate alla propria disciplina e insieme a loro abbiamo esplorato cosa significa vivere per lo sport che si ama e come l’avvento del digitale stia influenzando questo mondo.
Tre storie diverse ma unite dalla determinazione, dalla passione per lo sport e dai suoi valori.
Alla seconda giornata del festival digitale popolare abbiamo avuto l’onore di intervistare Daisy Osakue, atleta olimpica e vincitrice della medaglia d’oro nel lancio del disco alle XXX universiade del 2019.
Con lei abbiamo parlato del rapporto tra lo sport, l’intelligenza artificiale e lo studio.
DAISY NELLA TUA VITA I SOCIAL MEDIA E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, CHE IMPATTO HANNO AVUTO CON LA TUA VITA PRIVATA E SPORTIVA I SOCIAL MEDIA E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?
Sicuramente i social media sono qualcosa con cui interagisco tutti i giorni e negli ultimi anni è stato il mio modo per comunicare con le persone che mi vogliono seguire da casa. Soprattutto, come ho accennato prima, ero da poco ai mondiali in Giappone; quindi, era anche un po’ il mio modo di condividere le mie esperienze lì e, che ne so, orario di gara eccetera.
Ammetto che per ora l’intelligenza artificiale non è un qualcosa che comprendo ancora tanto bene e che non sto utilizzando, però devo dire di essere molto curiosa. Soprattutto dell’impatto che avrà sia nella mia vita personale che in quella sportiva e nel futuro a venire.
SO CHE HAI STUDIATO PER DIVERSI ANNI NEGLI STATI UNITI, QUALI SONO LE DIFFERENZE CHE HAI NOTATO NELLA VITA PRIVATA MA ANCHE SPORTIVA TRA L’ITALIA E GLI STATI UNITI?
Sicuramente la cosa che ho notato è che lo stigma dell’atleta o studente atleta negli Stati Uniti non è uno stigma, anzi è un qualcosa che premia la persona, perché viene vista come un qualcuno che ha più obiettivi in rami totalmente diversi e opposti uno dall’altro e che riesce comunque a raggiungere obiettivi.
Quindi molte volte quando finisci di studiare e cerchi di trovare lavoro i datori di lavoro cercano un studente atleta perché dicono è un qualcuno che in quei tre anni, cinque anni del periodo di studi è riuscito a portare avanti più carriere. Purtroppo qui in Italia da noi c’è ancora un po’ questo appunto stigma dove solitamente l’atleta viene considerato come una persona pigra, viene considerato come un qualcuno che non ha voglia di studiare in un certo senso, vuole solo fare sport perché è ignorante, ma non è vero. Siamo comunque persone che hanno una passione ma che comunque vogliono continuare a educarsi e a investire sulla propria cultura.
HAI CONCILIATO LO STUDIO E LO SPORT NELLA TUA VITA?
Allora devo dire che arrivo da una famiglia dove lo sport è sempre stato fulcro. Io sono nazionale di atletica, mia sorella è nazionale di skeleton e mio fratello gioca nella Juve, quindi comunque lo sport è sempre stato di casa e abbiamo sempre cercato di portare avanti sia scuola che sport. Sicuramente ho passato difficoltà perché comunque devi imparare a gestire il tuo tempo, la fine della fiera ci sono 24 ore al giorno per tutti e devi essere bravo a gestire la tua giornata, la tua settimana, il tuo mese, il tuo periodo in base agli impegni che hai.
Sicuramente negli anni è diverso, quando ero un po’ più piccola forse era un po’ più facile perché comunque a scuola non erano temi importanti. Sono molto curiosa di vedere come sarà adesso, da poco ho iniziato un altro master in sociologia quindi ho intenzione di vedere come riuscirò a gestire la preparazione per gare importanti e comunque frequentare l’università e studiare.
COME L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PUÒ INFLUENZARE LO SPORT IN GENERALE MA NELLO SPECIFICO IL TUO E GLI ALLENAMENTI ANCHE?
Guarda, io spero che l’intelligenza artificiale possa aiutare un po’ più la parte degli scienziati, non so se avete seguito appunto i mondiali che l’ultima giornata nel disco maschile il tempo, la pioggia ha implicato molto la gara, ci sono state molte cadute.
Non so, io credo che forse l’intelligenza artificiale possa aiutare a creare una miscela che possa rendere la pedana usufruibile agli atleti in temperature o in condizioni avverse, così da poter avere una prestazione decente e poter comunque giocarsi un campionato mondiale in parità.
Ok, grazie mille. Grazie a voi.
Abbiamo avuto l’occasione di intervistare anche Margherita Bianchin, ex atleta di beach volley che ha trasformato la sua esperienza sportiva in una carriera nel marketing sportivo, unendo creatività e tecnologia nel suo lavoro attuale.
Con lei abbiamo parlato del ruolo dei social e dell’intelligenza artificiale nella sua carriera lavorativa.
MARGHERITA, CHE RUOLO HANNO I SOCIAL NEL TUO LAVORO DI SPORTIVA E QUALI SOCIAL UTILIZZI MAGGIORMENTE?
Io utilizzo moltissimo LinkedIn e Instagram, diciamo che per me hanno un ruolo molto importante. Mentre prima, quando ero sportiva professionista, utilizzavo molto Instagram, adesso che lavoro nel marketing ovviamente uso molto di più LinkedIn. Entrambi hanno un ruolo importantissimo.
E NEL TUO LAVORO DI MARKETING, ADESSO, TI AIUTI CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?
Per me l’intelligenza artificiale, nel mio lavoro attuale, rappresenta un aiuto perché nel marketing devi essere estremamente creativo. Quindi, spesso, presento delle domande a ChatGPT e anche se non mi dà le risposte, e molto spesso mi dice delle cose che a me non piacciono, mi aiuta a prendere una decisione, perché so già quello che voglio o che non voglio. Quindi lo uso come una sorta di brainstorming, quando magari non ho qualcuno con cui parlarne di persona lì in quel momento, uso l’intelligenza artificiale.
PARLIAMO DELLA CITTÀ DEL FUTURO. COME PENSI SARÀ LO SPORT, MA ANCHE L’ALLENAMENTO DEL FUTURO?
Adesso, secondo me, abbiamo sempre più strumenti a livello tecnologico per misurare la performance degli atleti.
Io, per esempio, quando mi sono rotta il crociato, ho passato 6 mesi in una clinica dove per riabilitarmi mi hanno fatto moltissimi test diversi, quando magari fino a qualche anno fa non era possibile.
Quindi, secondo me, anche lo sport, diventerà proprio pieno di tecnologia e di strumenti che ti aiutano a performare sempre al meglio, in modo sempre più dettagliato.
L’ULTIMA DOMANDA È PER I GIOVANI: COME HAI FATTO A CONCILIARE LO STUDIO CON UNA CARRIERA COSÌ ATTIVA, COME SPORTIVA E NEL MARKETING?
Io ho avuto la fortuna di ricevere una borsa di studio per gli Stati Uniti e lì la realtà è un po’ diversa, nel senso che se sei atleta ti favoriscono nello studio. Ovviamente non in termini di voti, ma se hai delle gare importanti ti spostano tranquillamente l’esame, se salti delle lezioni perché sei via in trasferta hai un tutor che ti spiega la lezione che hai perso. Per cui quella realtà, indubbiamente, mi ha favorita tantissimo anche a fare carriera nel mondo lavorativo, dopo che mi sono fatta male e non sono più riuscita a continuare la mia carriera sportiva.
Per concludere, abbiamo intervistato Alia Guagni: ex calciatrice della Nazionale italiana, che, dopo il ritiro nel 2025, si è dedicata a promuovere il tema della transizione professionale delle atlete,sensibilizzando sul bisogno di supporto per la carriera post-sportiva delle donne nel calcio.
COME PRIMA DOMANDA VORREI CHIEDERTI COME PENSI SIA IL CALCIO DEL FUTURO, GRAZIE ANCHE ALL’INTERVENTO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?
Wow, questa è una domanda difficilissima. Il calcio del futuro spero sarà femminile. L’intelligenza artificiale è un’arma a cui devo ancora abituarmi, non mi viene ancora facilissimo usarla, però sta cambiando tutto e cambierà sicuramente anche il calcio. Noi siamo ancora quelli pratici, quelli da campo, quindi forse qualcosa si salverà… non lo so, sarà bello scoprirlo.
Quindi una scoperta.
Una scoperta, assolutamente.
VORREI CHIEDERTI ANCHE, VISTO CHE SIAMO IN TEMA, COME USI I TUOI SOCIAL, QUALI SOCIAL UTILIZZI E QUALI SECONDO TE SONO PIÙ EFFICACI PER RAGGIUNGERE IL PUBBLICO?
Li uso tantissimo, principalmente Instagram. Cerco di mostrare la mia vita sia negli aspetti positivi, che, qualche volta, anche in quelli non del tutto positivi. Cerco di essere quella che sono, vera e basta.
Quindi un utilizzo non tanto per sponsor, ma più per essere te stessa?
Sì, anche se devo dire che qualche volta mi hanno aiutato a trovare lavoro, soprattutto negli ultimi anni, ma principalmente è una versione di me per farmi conoscere al mondo.
L’ULTIMA DOMANDA È SUL TUO PROGETTO BEYOND, CHE RIGUARDA IL POST CARRIERA DEGLI SPORTIVI. COME STAI PORTANDO AVANTI QUESTO PROGETTO?
È un progetto nato dal Como Women, con cui giocavo l’anno scorso. Hanno avuto l’idea di creare questo progetto per dare possibilità alle calciatrici di prepararsi al post carriera.
È un aspetto importantissimo, non se ne parla mai e non si cura abbastanza. È bene avere un piano B perché prima o poi il calcio finisce e bisogna essere pronti per il futuro. Darci una mano su questo tema è una cosa che mi interessa molto.
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